SE METTESSIMO ANCHE LA NOSTRA VITA SOTTO IL LIMITE DEI 30?

SE METTESSIMO ANCHE LA NOSTRA VITA SOTTO IL LIMITE DEI 30?

Se mettessimo anche la

nostra vita al limite

di 30 km/h?

 

Tic-toc, tic-toc, tic-toc.

Urla. Rumore di spari di cannone e ruggiti infernali. Tu corri, non ti volti.

Distese di betulle e pioppi ti coprono il cielo.

“Stanno per attaccarci, siamo in pericolo... Cosa facciamo capitano?” strilla senza voce il tuo sottoufficiale. I brividi sulla schiena, i mormorii terrorizzati dei tuoi cadetti. Hai paura. Scappi. Le tue gambe si fanno sempre più pesanti, a un tratto il vuoto sotto di te: stai cadendo, hai il fiato in gola e... Driiiiin!

Suona la sveglia: sobbalzi. Il sogno si sgretola fino a sparire. Ti alzi, devi fare mille cose oggi: devi correre a lezione, poi beccare degli amici, chiamare a casa (che se no si offendono), andare al lavoro, e che palle devi fare chiusura. Quando ti alzi peró, solo un pensiero nella tua testa: fare colazione. È come se tuttele ansie e le preoccupazioni della notte precedente fossero sfumate. 

Non te le ricordi neanche, sai solo che devi fare colazione.Ti ripeti: mettere su la moka, lavarsi e mangiare qualcosa. Mettere su la moka, bersi un caffè, lavarsi, vestirsi e mangiare qualcosa.

Fai tutto ed esci. Il pensiero primario sparisce, ora nella tua testa devi solo andare a lezione. Ti ripeti: zaino, computer, orario del bus. Zaino, computer, fazzoletti, chiavi, portafoglio, orario del bus.

Scendi in strada e aspetti alla fermata. Tutto è calmo, piatto, pensi solo ad andare a lezione. Sali sul bus: la tua mente è libera. Attorno hai delle facce, dei palazzi,le portiere che si aprono e si chiudono. Nelle cuffie una musica leggera, che tu neancheascolti. Canta di un mare dentro una conchiglia. Arrivi a lezione, sei in ritardo. Eppure il tuo unico pensiero è: trovare un posto, sederti e seguire. L’ansia di entrare per ultimo, di non trovar posto o di annoiarti nemmeno ti sfiora il cervello.Sei sciolto e non lo sai.

Continui la giornata così, inseguendo un pensiero per volta: ti godi la lezione, sorridi con gli amici, risenti i tuoi genitori e racconti loro che c’è il limite dei 30 all'ora a Bologna, ma nessuno lo rispetta già più. Vai a lavoro, e le irrealizzabili pretese dei clienti non ti toccano: sei tu che fai e senti, corri, lavori, resisti.

Torni a casa e piangi: oggi ti sei sentito vivo. Senti suonare qualcosa in lontananza: qualcosa di strano. Lo rimandi, lo rimandi ancora, ma continua a suonare.

Apri gli occhi, ti svegli. È tutto un sogno: i tuoi pensieri ricominciano a mille, ma tu... Tu senti la vita che scorre un po’ di più e ti chiedi: "Chissà come sarebbe la nostra vita se rispettasse il limite dei 30 all'ora?"

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